La prevenzione delle lesioni da decubito nel paziente mieloleso è un argomento spesso trascurato, l’opinione più diffusa sulle LdD è quella che riguardino esclusivamente il paziente anziano, purtroppo non è […]
Vulnologia: tra organizzazione a rete, innovazione e problematiche cliniche
Ha suscitato il vivo interesse dei numerosi operatori della sanità intervenuti il convegno svoltosi oggi ad Alessandria dal titolo Vulnologia: tra organizzazione a rete, innovazione e problematiche cliniche.
Organizzato dall’ASL AL, il convegno ha visto tra i relatori personalità di spicco della sanità alessandrina, come Gilberto Gentili, Direttore Generale dell’ASL AL, Roberto Stura, Direttore del Distretto Sanitario di Alessandria-Valenza, Maria Elisena Focati, Direttore Di.P.Sa., ma anche esperti di livello nazionale quali Claudio Ligresti, Specialista in Chirurgia Plastica, Direttore Italian Accademy Wound Care – Polo Universitario Asti, Massimiliano Paolinelli, Dirigente Medico di Dermatologia e Venereologia ASUR Marche AV2 Senigallia (AN), e Aldo Crespi, Responsabile S.S.V.D. Assistenza Territoriale Ambulatoriale e Domiciliare, Asl Novara. Proprio quest’ultimo ha dato avvio alla prima sessione dei lavori illustrando l’esperienza dell’ASL di Novara in materia di vulnologia, disciplina non ben definita, a metà strada tra le competenze del medico e quelle dell’infermiere, che si occupa di curare le lesioni da decubito e le ulcere in genere. Il paziente affetto da tali lesioni ha bisogno dell’equipe di professionisti che si facciano carico del suo problema con un approccio multidisciplinare.
Ed è il paziente colpito dal vulnus (in latino “ferita”) ad essere al centro, mentre il gruppo degli operatori sanitari gli ruota intorno, secondo il modello proposto da Ligresti. Questa è una patologia che colpisce principalmente gli arti inferiori e i pazienti diabetici, donne in percentuale maggiore, e si può affrontare con diverse terapie innovative.
Secondo Paolinelli questo tipo di patologia si presta in modo particolare all’idea di integrazione ospedale-territorio attraverso un’organizzazione a rete ed un approccio innovativo che vede come figura cardine quella dell’infermiere.
Paola Mancino, Coordinatrice della Rete Vulnologica ASL AL, ha illustrato il funzionamento dei sette ambulatori di cui è costituita, collocati sui quattro distretti sanitari dell’Azienda. Gli infermieri specializzati in vulnologia lavorano in collaborazione con i medici specialisti sia in ambulatorio, sia al domicilio del paziente, sia nelle RSA, le case di riposo. Questo modello, attivato sul territorio nel 2016, ha prodotto dati di attività ragguardevoli, se si pensa che a dicembre 2017 si annoveravano 2.885 lesioni da pressione curate in ambulatorio, 9.267 tra assistenza domiciliare –ADI- e RSA, in tutto 14.427 prestazioni infermieristiche ad alta intensità, di cui solo 1.767 hanno richiesto l’intervento del medico.
La seguente tavola rotonda, cui hanno preso parte Salvatore Bellinceri ex Presidente IPASVI di Alessandria , Mauro Cappelletti, Presidente Ordine Medici di Alessandria, Maria Elisena Focati e Massimo Guazzotti, Responsabile S.S. Vulnologia ASL AL, ha visto articolarsi il dibattito sulla vulnologia tra scienza e fantascienza, da cui è emersa la necessità che medici ed infermieri imparino a lavorare insieme, e che gli infermieri acquisiscano una formazione specialistica da condividere con l’equipe. E’ fondamentale che si guardi al bisogno del malato, che può essere soddisfatto soprattutto con un lavoro di rete, perché lavorare insieme aumenta la qualità della prestazione sanitaria e l’efficacia della cura.
Sul concetto di “rete” ha concluso Gentili, mettendo in guardia dalla tentazione di abusarne, ma affermando che si tratta di un insieme di responsabilità e di autonomie condivise, perché non sono il numero e la tipologia di professionisti che contano, ma offrire al paziente la risposta appropriata in ogni fase del percorso terapeutico.
Detrazione per l’acquisto di alimenti a fini medici speciali

di Alessandro Bonuzzi Scarica in PDF La scheda di EVOLUTION
Il legislatore ha introdotto un nuovo beneficio fiscale rivolto sì ai consumatori finali ma che può al contempo rappresentare un impulso alle vendite per le imprese che commercializzano i prodotti agevolati, tra cui, ad esempio, le farmacie.
In particolare, l’articolo 5-quinquies D.L. 148/2017 ha integrato la lettera c) del comma 1 dell’articolo 15 del Tuir prevedendo che, per gli anni 2017 e 2018, sono detraibili in quanto spese sanitarie, le “spese sostenute per l’acquisto di alimenti a fini medici speciali, inseriti nella sezione A1 del Registro nazionale di cui all’articolo 7 del decreto del Ministro della sanità 8 giugno 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 154 del 5 luglio 2001, con l’esclusione di quelli destinati ai lattanti. Ai fini della detrazione la spesa sanitaria relativa all’acquisto di medicinali deve essere certificata da fattura o da scontrino fiscale contenente la specificazione della natura, qualità e quantità dei beni e l’indicazione del codice fiscale del destinatario”.
Pertanto, fino a tutto il 2018 le spese sostenute per l’acquisto di alimenti a fini medici speciali sono detraibilidall’Irpef nella misura del 19% poiché inserite tra le spese mediche. Quelle sostenute già nel 2017 possono essere portate in detrazione nel modello Redditi PF 2018 o nel modello 730/2018. Peraltro, vale la pena notare che l’inserimento delle spese in questione tra quelle sanitarie comporta l’applicazione della franchigia di 129,11 euro.
Gli alimenti a fini medici speciali sono quelli destinati a soggetti:
- affetti da malattie generiche (ad esempio: intolleranza alimentare);
- in condizioni mediche temporanee (ad esempio ustionati);
che sono impossibilitati o che comunque incontrano forti difficoltà a nutrirsi mediante gli alimenti comuni.
L’elenco preciso degli alimenti agevolabili è contenuto nel Registro nazionale dei prodotti destinati ad un’alimentazione particolare – Parte A.1 Alimenti destinati a fini medici speciali, istituito ai sensi dell’articolo 7 del D.M. 8 giugno 2001 concernente l’assistenza sanitaria integrativa relativa ai prodotti destinati ad una alimentazione particolare, e viene aggiornato su base mensile.
L’elenco è consultabile accedendo sul sito del Ministero della salute al link seguente: http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=3667&area=Alimenti%20particolari%20e%20integratori&menu=registri.
Sono esclusi dalla nuova detrazione:
- gli alimenti a fini medici speciali destinati ai lattanti, poiché lo prevede espressamente la norma;
- gli alimenti senza glutine destinati ai soggetti celiaci, poiché non inclusi nell’elenco. Le imprese produttrici, però, hanno facoltà di apporre un apposito logo sull’etichetta degli alimenti senza glutine espressamente formulati per celiaci, qualora, a seguito della loro notifica, siano stati inclusi nel Registro nazionale.
Per i prodotti mutuabili, e quindi a carico del Servizio Sanitario Nazionale, la detrazione spetta nei limiti dell’importo del ticket sanitario.
Infine, la spesa sostenuta per l’acquisto di alimenti a fini medici speciali va attestata da apposito documento fiscale – fattura o scontrino parlante – in modo che siano identificati i seguenti elementi:
- natura del bene;
- qualità del bene;
- quantità;
- codice fiscale dell’acquirente/utilizzatore.
Lesioni cutanee: quali fattori ne compromettono la guarigione?
di Klarida Hoxha Ci sono centinaia di condizioni mediche specifiche che possono inibirla o ritardarla. Dall’esperienza del Centro Cura Ferite Diffilici dell’Iperbarico di Ravenna ecco cosa accade quando LDD o UDP […]
Detrazione alimenti a fini medici speciali 2018
Carla Mele – IRPEF Detrazione alimenti a fini medici speciali 2018: il decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio ha introdotto la nuova detrazione al 19% per chi soffre di particolari patologie […]
Parlare in questo periodo di alimenti a fini medici speciali (AFMS) è diventato fortunatamente più semplice grazie alla Legge di Bilancio 2018 che consente, ai cittadini che necessitano dell’acquisto di supplementi […]
Combatti lo stress ossidativo
Lo stress ossidativo non è altro che una conseguenza dell’attacco dei radicali liberi all’interno dell’organismo, delle molecole di ossigeno instabile che, perennemente alla ricerca di un altro elettrone a […]
Lesioni cutanee come indicatori universalmente riconosciuti per la valutazione della qualità dell’assistenza sanitaria
Il collagene… “non solo per le rughe”
Il collagene non è solo un prodotto dermatologico o cosmetico, ma un vero e proprio ricostituente del nostro fisico. Si tratta di una glicoproteina fibrosa che entra a far parte delle strutture degli organi. Tant’è vero che raggiunge quasi il 25% del nostro peso corporeo. Per questo, salendo con l’età, è importante assumerlo come ricostituente…
Il collagene è una delle proteine più importanti nei vertebrati e rappresenta un terzo delle proteine totali del corpo umano, dove riveste un ruolo fondamentale nella struttura e nella funzionalità di organi e tessuti, quali pelle, cartilagine, tessuto muscolare.
L’invecchiamento della pelle è un fenomeno complesso che coinvolge numerosi fattori sia esterni, come l’esposizione ai raggi solari (fotoinvecchiamento) o particolari condizioni ambientali (es. inquinanti, fumo ecc.), sia intrinseci, quali il passare del tempo e la predisposizione genetica.
Quando la pelle invecchia perde le sue caratteristiche di tono ed elasticità, e si assiste ad una riduzione dello spessore della matrice del derma. Questa è costituita per la maggior parte da collagene di tipo I e, in proporzione minore, da collagene di tipo III, i quali formano fibre che disponendosi parallelamente alla superficie cutanea le conferiscono forza e resistenza.
Inoltre, è presente il collagene di tipo IV, che è parte integrante della membrana basale, una struttura di sostegno posta tra il tessuto connettivo e quello epiteliale a cui si ancorano le cellule e che grazie alle sue proprietà meccaniche fornisce supporto ai tessuti.
Il collagene viene degradato da enzimi ad azione proteolitica, denominati metalloproteinasi di matrice (MMPs), in grado di rompere in modo specifico le lunghe catene proteiche che costituiscono il collagene, formando frammenti più corti e privi di proprietà meccaniche. Le MMPs sono una famiglia di molecole simili tra loro per struttura chimica, con specificità differenti per un ampia varietà di substrati, in grado di degradare tutti i componenti della matrice extracellulare (collagene, elastina, laminine, proteoglicani).
Le MMPs maggiormente coinvolte con i processi di invecchiamento cutaneo sono la MMP1, che inizia la degradazione del collagene di tipo I e III; la MMP9, che opera un’ulteriore frammentazione in peptidi più piccoli; mentre la MMP2 attacca il collagene di tipo IV, contribuendo alla formazione delle rughe.
Nella pelle giovane e non esposta ai raggi solari, la sintesi di collagene da parte dei fibroblasti e la sua degradazione da parte delle MMPs sono in costante equilibrio, in modo da garantire il fisiologico ricambio delle macromolecole strutturali, mantenendone invariato il contenuto e la funzionalità, e conservando l’integrità della pelle. Con l’aumento dell’età si verifica un progressivo sbilanciamento di tale equilibrio e si assiste ad una graduale riduzione della sintesi dei peptidi precursori del collagene, associata ad un aumento della degradazione del collagene maturo.
La conseguenza di tale fenomeno degenerativo è una generale disorganizzazione delle fibre di collagene, che perdono in parte il loro ruolo di sostegno provocando una parziale atrofizzazione della matrice extracellulare, la quale diventa molle e priva di tono.
con https://myvalley.it/2016/07/il-collagene-non-e-solo-per-le-rughe/ (altro…)
Gli alimenti ad hoc per esporsi al sole con più protezione
Se giustamente da una parte medici e dermatologi avvisano oramai da anni sugli effetti negativi della non corretta esposizione al sole, è importante fare chiarezza specificando che si può assecondare […]